Validazione del terreno

In questa prima fase effettueremo una analisi dei vincoli esistenti sul terreno, uno studio preliminare della produzione e individueremo un possibile punto di connessione alla rete.

Questa fase è usualmente molto rapida, con una durata tra i pochi giorni e qualche settimana in caso di situazioni particolarmente complesse.

Il terreno “perfetto”:

  • ha una superficie di almeno 15.000 – 20.000 m2
  • è in zona industriale (D1, D2)
  • ha un accesso facile
  • è pianeggiante
  • non ha strutture o alberi che possano fare ombra sui pannelli
  • ha una linea elettrica in media tensione relativamente vicina (massimo 1 Km)

Idealmente si trova in una regione soleggiata del Centro – Sud Italia (Sardegna, Sicilia, Calabria, Lazio, etc.).

Inoltre sul terreno non devono esserci vincoli che impediscano la costruzione dell’impianto.

Lo studio dei vincoli viene effettuato utilizzando cartografie digitali che forniscono la posizione di vincoli di vario tipo – ad esempio archeologici, paesaggistici, idrogeologici, etc.

Esistono inoltre varie situazioni nelle quali è necessario osservare delle fasce di rispetto, ossia delle distanze minime rispetto ad esempio a corsi d’acqua, linee elettriche esistenti, tratturi, etc.

Viene infine confermata la destinazione urbanistica del terreno.

Se non esistono vincoli significativi il passaggio successivo è quello di effettuare un primo calcolo economico indicativo.

I due parametri più rilevanti sono la produzione attesa (che varia in funzione dell’insolazione, la morfologia del terreno, la presenza di eventuali zone di ombra, etc.) e la distanza dalla più vicina connessione alla linea elettrica.

I costi di connessione si incrementano rapidamente all’aumentare della distanza a causa delle perdite elettriche e degli investimenti necessari per realizzare la connessione e rendono usualmente antieconomico un impianto quando la sua connessione è a molti chilometri di distanza.